Dimmi se non ti è capitato e se questa cosa non ti ha rovinato l’infanzia.

Scenario: casa della nonna

Lei – la nonna – non c’è. E’ presa con le sue faccende, quindi non sta badando a te che ti aggiri furtivo attorno all’armadio. Nei giorni scorsi, mentre riponeva qualcosa, hai visto che nell’anta in alto c’è una scatola di latta con dei biscotti al burro.

SPETTACOLARI!

E’ il momento! Approfitti della sua distrazione per aprire l’anta, allungare lesto la mano, prendere la scatola e scappare in cameretta, pronto a fare una scorpacciata.

Corri, ti lanci sul letto tenendo la scatola come un giocatore di football americano tiene il pallone, stretto al corpo.

Devi tirare con le unghie sotto al coperchio, che oppone resistenza. Bisogna fare leva un po’ da un lato e un po’ dall’altro, perché è molto stretto, e il tutto va fatto prestando attenzione a che non si apra di colpo, sparando ovunque biscotti e briciole, che costituirebbero prova tangibile del reato.

Tira di qua.
Tira di la.
Tira ancora di qua.
Tira ancora di la.

Ed ecco che il coperchio cede e la scatola si apre.

Ma porc!

  • Nonna! Ma che catzo!

La scatola dei biscotti contiene il kit di taglio e cucito. C’è pure l’uovo di legno per riparare i calzini, che provo ad addentare dal nervoso, ma che non presenta la stessa fragranza del biscotto burroso che già pregustavo.

Se hai capito la sensazione, stai attento a quello che sto per dirti, perché rischi di provarla di nuovo, ma amplificata per 1000!

Ormai ti senti cresciuto. Se vuoi i biscotti te li compri, quindi nulla potrà essere mai più così frustrante.

E invece no.

Immagina di arrivare in ufficio lunedì mattina e accorgerti che non funziona più niente. PC, server, internet… tutto fermo. Situazione drammatica, amplificata dal fatto che solitamente queste cose succedono in corrispondenza di scadenze improrogabili, in quello che per definizione viene considerato “il momento peggiore”. Come se, tra l’altro, ne esistesse uno perfetto per questo tipo di accadimenti.

Hai subito un attacco informatico. I dati sono compromessi e inaccessibili, quindi in pratica nessuno può fare più niente. Per fortuna avevi implementato un sistema di backup che automaticamente salvava tutti i dati, un paio di volte al giorno, e quindi si tratta solo di fare il ripristino.

Chiami il tecnico e vi mettete li, di buona lena, a predisporre il tutto. Si tratta di tenere tutti fermi per qualche ora, tempo di terminare il ripristino, solo che…

… non va…

… qualcosa non sta funzionando…

… sembra che i dati ci siano, ma non si riesce a ripristinarli…

… a quanto pare le copie venivano fatte, ma i dati sembrano illeggibili.

In pratica hai in mano una fo#tu#a scatola di biscotti danesi, contenente l’uovo di legno, i rocchetti di filo e una manciata di aghi. Utile per riparare un pedalino bucato, ma non idonei a saziare la tua improvvisa voglia di dolce.

E sai perché è successo? Perché per mesi, o per anni hai dato per scontato di avere una scatola di biscotti, senza pensare che aprirla e darci una sbirciata all’interno sarebbe stato saggio.

Il backup è così. Nel momento del bisogno ti pianta in asso, solo perché si è sentito trascurato e poco coccolato nel tempo. Per evitare di trovarti in situazioni del genere, quello che devi fare è simulare il disastro. Fai finta di essere a piedi e prova a fare un ripristino. Simula diverse situazioni, come ad esempio:

  • guasto del server;
  • infezione virus;
  • furto di apparati.

Vedi se le tue contromisure sono in grado di farti ripartire in tempi accettabili e con perdite ridotte in qualsiasi circostanza.

E se tutto funziona, ma solo allora, siediti sul divano in totale relax, apri la scatola di latta e sgranocchia biscotti davanti alla TV.

Te li sei meritati.